
Se avete già sentito parlare dell’abbamele, sappiate che l’ Abba e mele è un’altra cosa. Anche se il nome è praticamente identico e gli ingredienti di base sono gli stessi.
L’abba e mele (o acqua e miele) è una bevanda analcolica che nel mio paese di origine veniva preparata come dissetante e rinfrescante, nelle torride giornate estive.
A quei tempi non c’era l’aria condizionata in ogni casa e nelle ore centrali della giornata strade e vicoli venivano spopolati dall’afa. Gli abitanti si ritiravano nelle proprie case, le persiane venivano chiuse, le serrande abbassate e la casa restava buia finchè il sole non iniziava a calare, dietro i versanti del Gennargentu.
Il riposo pomeridiano era scandito dal frinire delle cicale e dalle liti dei numerosi gatti che si aggiravano nei cortili e nei terrazzini.
Chi non doveva recarsi al lavoro, poteva godere di questa relativa frescura. E quando al tramonto le imposte venivano riaperte, per rigenerarsi c’era una caraffa di abba e mele, rigorosamente preparata con l’acqua di fonte, che nel mio rione scendeva copiosa dalle montagne e veniva raccolta in ampie vasche che fungevano anche da lavatoi.
L’abba e mele era anche una delle poche bibite che erano concesse ai bambini. Le bevande gassate e piene di conservanti erano ancora lontane dalle nostre abitudini alimentari e le leccornie erano a base di ingredienti naturali.
La preparazione dell’abba e mele è estremamente semplice, anche se nei miei ricordi era un vero e proprio rito. Osservare in silenzio mi rendeva felice e da una parte mi rassicurava. La mamma attingeva l’acqua alla vicina fonte, ed era talmente fredda che il miele faceva fatica a sciogliersi. Il sapore inconfondibile del miele di macchia lasciava un leggero pizzicore in gola, raccontava di usanze, lavoro, fatica, cultura. Corbezzolo, mirto, ginestra, rosmarino, sono alcuni degli arbusti spontanei che rendevano disponibile la materia prima con cui le operaie degli alveari producevano il miele ogliastrino.
E i limoni dei piccoli agrumeti creati attorno alle vigne, avevano una buccia spessa, profumata. Dopo averli spremuti per l’abba e mele, mi capitava di mangiarne la scorza intinta nello zucchero.
Questi gli ingredienti di ciò che ai miei occhi era una golosità e che, durante l’estate, la mamma preparava spesso.
E questo è il racconto con cui ho fatto conoscere l’abba e mele a mio figlio, all’inizio di questa estate. Non è facile rendere graditi ad un bambino dei nostri giorni, sapori non artefatti e colori non proprio accattivanti. Ma è rimasto cosi affascinato dai ricordi che evoca in me, dal profondo legame che sento per la mia terra e la mia famiglia, che ha saputo comprendere e fare suo l’immenso valore di tradizione e semplicità.
Abba e mele
Ingredienti per 6 bicchieri
1 lt di acqua
200 g di miele di macchia, o millefiori
100 ml di succo di limone (2 limoni c.ca)
Per guarnire: fettine di limone e foglie di menta fresca (facoltativo)
Mia madre l’ha sempre preparata regolandosi a occhio. Per riuscire ad ottenere il sapore giusto, ho fatto alcuni tentativi pesando miele e succo di limone, a partire da 1 litro di acqua.
Il risultato che vi propongo è ciò che a mio avviso rende meglio il gusto dell’abba e mele. Non troppo dolce, nemmeno aspro. Un insieme gradevole e dissetante.
Versate il miele in un contenitore e unite 200 ml dell’acqua prevista, a temperatura ambiente. Sciogliete con un cucchiaino, lasciate riposare qualche secondo e controllate che il miele non si posi sul fondo. Eventualmente girate ancora.
Trasferite il composto dentro una caraffa da 1,5 lt.
Spremete i limoni e filtratene il succo, mettetelo nella caraffa e unite altri 800 ml di acqua fredda. Girate con un cucchiaio, coprite la caraffa con pellicola e tenetela in frigorifero fino al suo utilizzo.
Poco prima di servire, mettete dentro l’abba e mele alcune fettine di limone e foglie di menta fresca.
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