Cucinare bene e fotografare male?

Cucinare bene e fotografare male

Cucinare bene e fotografare male? Oppure fotografare bene quel che capita? Ovvero, lo metto in posa, oppure no? E’ un argomento assai discusso tra appassionati di cucina e le opinioni, ovviamente, sono contrastanti. Da una parte cuoche provette, ma dallo scatto veloce tramite cellulare, dall’altra bravi fotografi che non sanno fare un tramezzino. Non manca, naturalmente, chi rasenta la perfezione: piatti elaborati e fotografati in maniera professionale.

Ma quanto è realmente importante, per un lettore, vedere una bella foto come anteprima di una ricetta? Fotografare un piatto è come mettere in posa il proprio bambino, impossibile prescindere dal proprio orgoglio ed amor proprio. Non nego di avere peccato in superficialità, quando ho iniziato a fotografare il cibo e condividerne le immagini nei social. Non badavo molto ai particolari e pubblicavo anche se l’immagine non rendeva molto l’idea perché, pensavo, la cosa importante “è che il piatto sia buono”. Dopo qualche anno ho creato il blog e ho iniziato a confrontarmi con i più esperti, a guardare con interesse le immagini che pubblicavano e a capire la differenza, così migliorare è diventata una sfida. Ho compreso che in questa passione, entrambe le cose, come si cucina e come si fotografa, trasmettono concetti ed emozioni, quindi sono l’ingrediente primario.

Per agli album di famiglia, non si scelgono forse le foto più belle e rappresentative? Quelle scattate mentre i bambini giocano felici, o quelle in cui ci siamo divertiti a metterci in posa? Il concetto è simile, se pubblichiamo la foto di una pietanza, è perché siamo fieri di averla creata al meglio e vogliamo renderne partecipi gli altri, ma per convincerli di ciò, il cibo deve essere, oltre che buono, curato nei dettagli, con elementi che rendano l’atmosfera familiare, che sappia di casa. Come gli scatti di famiglia, appunto, dove fare le foto insieme è un momento importante da immortalare e di cui essere orgogliosi. Entrano in gioco serietà, amore, rispetto, perché pubblicare ricette è una scelta che richiede impegno. Così come fotografare i progressi dei propri figli, o le vacanze trascorse insieme, è un atto dovuto alla memoria familiare.

Ed io? Speriamo che me la cavo!

Cucinare e fotografare è mettersi sempre in discussione e capire che si può continuamente migliorare. In tal senso potrebbe essere utile creare una raccolta foto delle ricette pubblicate, ordinate per categoria (primi piatti, secondi, dolci, etc.), oppure a tema (ricette con le fragole, piatti della domenica). Una sorta di album dei ricordi che racconti velocemente le proprie specialità e quanto ancora si possa sperimentare. Un ricettario intuitivo per immagini, che dia spunti al volo, contribuendo ad ottimizzare i tempi.

Sul fronte delle immagini c’è un’azienda, la Cewe, che si occupa proprio della loro raccolta e offre tantissime opportunità per valorizzarle. A partire dal fotolibro proposto in vari formati: per foto grandi e spettacolari, quelle di viaggi e cerimonie, per intenderci, sino al compatto da portare sempre con sé, perfetto come ricettario. In tal senso aiuta la presenza di un Codice QR, che rende possibile sfogliare l’album anche dal cellulare, ovunque ci si trovi. Le foto dei piatti preferiti sono parte della vita familiare, adeguate anche in un album dei ricordi, o in un calendario tematico, da regalare alla nonna per le feste. Pensateci, quando cucinate i vostri must, metteteli in posa, curateli come i vostri bambini, pensando che potrebbero diventare un originale fotolibro, un biglietto di auguri divertente, un poster che renda meno impersonale la cucina.

 

Cucinare bene e fotografare male