
Le Fave dei morti sono dei dolcetti diffusi in diverse regioni d’Italia, dalla Calabria, al Lazio e alle Marche. Consistono in piccoli biscottini friabili, aromatizzati con cannella, scorza di agrumi e, in alcune località, liquore. Sono diventati un classico della pasticceria italiana delle festività.
Vengono preparati il primo novembre, giorno antecedente alla commemorazione dei defunti, e lasciati sul tavolo.
Esiste la credenza, infatti, che le anime del purgatorio facciano ritorno nelle proprie case, in visita ai parenti. Le fave dei morti, come altri alimenti dedicati, servono loro da conforto nel viaggio e aiutano il passaggio verso l’aldilà. Così come i ceri accesi illuminano il loro cammino.
Queste non sono che piccole nozioni di discorsi più ampi sul culto dei morti, frutto degli studi di illustri docenti come Lombardi Satriani e Meligrana, dei quali, ancora una volta, vi segnalo il libro: Il Ponte di San Giacomo.
Tornando alle fave dei morti, la versione che vi propongo è tipica calabrese, diffusa nella provincia di Reggio Calabria e di Cosenza.
Tutte le varianti si somigliano, cambiano gli aromi, la tipologia di farina, la presenza o meno della stessa.
In questa ricetta si usa semola rimacinata e burro. Anche se, a dire il vero, non sono completamente convinta che la versione antica contenesse burro. Conoscendo un po’ la cucina calabrese (e del sud in generale) penso sia più probabile che venisse messo strutto.
Il nome è dovuto al fatto che nascono proprio come preparazioni a base di fave, nel tempo sostituite con le mandorle. Al di là delle credenze popolari, credo che in pochi potessero permettersi di prepararle con un ingrediente costoso e di conseguenza è comparso in anni recenti.
Le Fave dei morti piaceranno anche ai bambini, se li proporrete come semplici e profumati pasticcini.
Provate altri dolci dei morti, come i pabassinos sardi
Fave dei morti
Ingredienti per 60 biscottini (430 g circa)
150 g di mandorle intere con la buccia
100 g di semola rimacinata di grano duro
100 g di zucchero semolato
40 g di burro freddo
1 uovo medio intero
½ cucchiaino di cannella macinata
Scorza grattugiata di 1 limone non trattato (oppure arancia)
1 pizzico di sale fino.
Prima di iniziare, vi do un consiglio sulla farina, onde evitare che i biscotti siano asciutti. La semola cambia molto in base alla marca e assorbe più o meno liquido. Quindi è meglio metterne 2/3, valutare se serve effettivamente tutta e, quindi, aggiungere il resto.
L’impasto può essere fatto a mano, oppure nel robot da cucina.
Mettete le mandorle nel robot insieme allo zucchero, tritatele finemente, a più riprese, facendo qualche pausa per non scaldarle.
Quindi aggiungete il burro freddo, il sale, l’uovo leggermente battuto e amalgamate.
Per ultimi unite la cannella, la scorza di limone e la semola. Impastate ancora e verificate che il composto sia uniforme, morbido, ma non appiccicoso. Deve avere una consistenza simile alla pasta frolla.
Mettetelo in frigorifero per 1 ora, poi formate le fave su un piano antiaderente, o protetto da pellicola. Non infarinate, o i biscotti diventeranno secchi.
Prendete un pezzo di impasto alla volta e formate dei cordoncini, con un coltello tagliate dei tocchi grandi quanto mezza noce. Arrotolate i tocchetti e date una forma ovale leggermente schiacciata.
Man mano che le preparate, trasferite le fave dei morti su una placca foderata con carta da forno.
Cuocetele per circa 15 minuti nel forno preriscaldato a 150°. Valutate comunque in base alle caratteristiche del vostro forno, tenendo presente che la temperatura non deve essere elevata.
Sfornate le fave dei morti, fatele freddare completamente, poi potete consumarle.
Se conservate adeguatamente, in un contenitore ben chiuso con coperchio, si mantengono friabili per alcuni giorni.