
Parlare di Gressoney Saint Jean in due righe, nel mio racconto del Contest, sarebbe stato riduttivo e ingiusto. Nonostante il poco tempo a disposizione, che non mi ha consentito di visitare il paese come avrei voluto, ho ancora vive le emozioni e le sensazioni che un luogo tanto incantevole sa trasmettere.
A partire dal mio arrivo. Viaggiare a bordo di un pulmann, attraverso le strette curve alpine, che uniscono i 345 metri slm di Pont Saint Martin, ai 1385 metri di Gressoney Saint Jean, è stato un po’ come rivivere la mia infanzia e gli arditi viaggi in corriera su per l’orientale sarda, che unisce la valle alle pendici.
Ma salite e dirupi a parte, i paesaggi valdostani sono di tutt’altro genere, con prospettive più rigogliose e verdeggianti e una temperatura frizzante anche in agosto, molto gradevole, se consideriamo il caldo torrido di Torino
Gressoney Saint Jean oltre il Contest, impressioni di una food blogger


Il paese è situato ai piedi del Monte Rosa, nella Valle del Lys, e poco prima di Gressoney La Trinitè. Bagnato dal torrente Lys e meta di villeggiatura invernale ed estiva.
Nei mesi meno freddi le attrattive per i turisti prevedono delle escursioni montane molto suggestive e rigeneranti. Mentre nel paese si possono trascorrere delle giornate all’insegna della cultura. Da visitare: l’ottocentesco Castello Savoia, con annesso un giardino botanico risalente al 1900; la Chiesa di San Giovanni Battista, con lo svettante campanile, edificata nel 1500 circa e modificata nei decenni successivi; il Museo regionale della fauna alpina. Da non perdere il palazzo comunale, Villa Margherita

E naturalmente l’architettura walser, con i caratteristici tetti realizzati in tegole di ardesia.
Durante la nostra permanenza a Gressoney, siamo state accolte da 3 diverse strutture: il ristorante Olsen, in cui si è svolta la gara; il B&B Dresalwoald, in cui abbiamo trascorso dolci riposi notturni; il ristorante dell’Hotel Gran Baita, in cui abbiamo gustato una magnifica cena.
Le persone che le gestiscono, con passione e impegno, hanno contribuito a creare un buon impatto al nostro arrivo e un’atmosfera rilassante.
La preparazione dei dolci destinati alla sfida, quindi, si è svolta all’interno della cucina del Ristorante Olsen. I gestori, Kenza Bani, Domenico e tutto lo staff, ci hanno sostenute e affiancate con pazienza e generosità per tutto il tempo.
Il Ristorante, pizzeria e griglieria, si trova all’interno della Residenza del Sole, un complesso a 4 stelle aperto tutto l’anno e dotato di un bel parco, camere e appartamenti, piscina, sauna e centro fitness, nonché ampi spazi dedicati ai bambini.
La cucina dell’Olsen offre un’ampia scelta di piatti della tradizione valdostana e di Gressoney, a base di carni scelte, selvaggina, polenta, taglieri misti di salumi e formaggi locali. Per tutti i gusti anche la gran varietà di pizze proposte, che qui vengono preparate con una base sottile e il bordo croccante. Ottima la carta dei vini, che offre diverse etichette.
La sala del ristorante è spaziosa e arredata in toni caldi, distribuita attorno ad un grazioso caminetto rivestito in pietre.
Dopo aver consegnato le nostre torte (ri)trovate nelle mani della giuria, noi food blogger siamo andate a cena in un posto molto particolare, l’Hotel Gran Baita, situato a pochi minuti dal centro del paese e poco distante dal Castello di Savoia.
Ad accoglierci abbiamo trovato la proprietaria, Silvia Marzari, piemontese che in questa valle suggestiva ha concretizzato la sua idea di cucina, tradizionale e innovativa nel contempo. E con grande entusiasmo ce la racconta, man mano che assaggiamo le pietanze. Il punto di partenza per Silvia Marzari è stato riconoscere in Jacopo Guarnieri, giovane chef aperto a nuove sperimentazioni che valorizzino territorio e tradizione, un prezioso alleato con cui dare vita a piatti gustosi e creativi.
“Per realizzare un buon piatto non è necessario cercare affannosamente ingredienti particolari ed esotici, serve amore per il cibo ed è sufficiente ciò che la terra circostante offre” . Questa, in estrema sintesi, la filosofia dello chef.
Spirito imprenditoriale, conoscenza e riverenza per il lavoro di chi le materie prime le produce, le seleziona e le rende uniche, in un territorio spesso difficile, sono gli ingredienti che rendono la cucina dell’Hotel Gran Baita fantasiosa, saporita, ma sana.
Le specialità proposte sono quindi a base di carni locali, affettati e formaggi della valle, polenta taragna, pasta fresca e ripiena, ortaggi, dolci fatti in casa. I metodi di cottura, semplici e salutari.
Nel corso di questa incredibile esperienza culinaria, alternati ai racconti di Silvia Marzari e Jacopo Guarnieri, abbiamo gustato un tris di antipasti: un caviale di melanzane con cruditè, fresco e delicato; una battuta di fassone; una lombatina di fassone con salsa tonnata e fiore di cappero, incredibilmente tenera.

A seguire due primi piatti. Iniziamo con l’assaggio dei deliziosi gnocchi di rapa rossa su spuma di ceci e ricotta affumicata. Abbiamo una dimostrazione concreta di quanto una cucina elegante e gustosa possa essere realizzata con pochi ingredienti “umili” e locali. La spuma di ceci è leggerissima, gli gnocchi morbidi e scioglievoli al palato, i petali di ricotta al fumo danno carattere all’insieme.

Il secondo assaggio ci riporta alle origini degli agnolotti del plin, serviti al tovagliolo per poterli assaporare in purezza, come vuole la tradizione. Per accompagnarli, un delicato brodo sbianchito di manzo.

La carta dei vini, selezionati tra le etichette valdostane, prevede 13 bianchi e 16 rossi, nonché bollicine e vini da dessert, per creare accostamenti adeguati ad ogni portata.
L’Hotel Gran Baita, non è solo ristorante, infatti dispone di camere accoglienti, arredate in stile montano, dalle quali si può ammirare un bel panorama.
Il B&B Dresalwoald merita anch’esso una menzione per il calore e l’atmosfera con cui accoglie gli avventori.
Il locale, omonimo del vicino bosco di abeti, è stato ricavato da un antico fienile risalente all’800, ristrutturato ed adibito a piccola pensione. Si trova a 15 minuti dal centro del paese, una piacevole passeggiata che consente di godere della vista sulle montagne e respirare a pieni polmoni.
E quando parlo di atmosfera, intendo la gentilezza dei gestori e l’impegno con cui curano i dettagli. Le camere sono davvero graziose, ben arredate e silenziose.
La mia camera era dotata di due finestre luminose, con accesso a un balcone abbellito da tante piante fiorite.
La mattina il B&B offre una ricca colazione, da consumare secondo i propri gusti, che si desideri frugale, o sostanziosa.
Ho trovato molto accogliente anche la hall, dotata di alcuni divanetti e una piccola raccolta di libri sulla storia e l’arte di Gressoney e la Valle D’Aosta.
La proprietaria è una persona molto socievole e garbata e poco prima della partenza ci ha raccontato degli aneddoti interessanti sulla vita a Gressoney, la serenità che ispira il luogo, più a dimensione d’uomo e in equilibrio con la natura.
Così si è conclusa la mia due giorni ai piedi del Monte Rosa. Con un po’ di rammarico per non aver potuto approfondire altri aspetti della cultura locale, visitando alcune botteghe alimentari tipiche, caseifici ed enoteche in cui acquistare eccellenti souvenir gastronomici: la toma di Gressoney, vini bianchi e rossi, e magari una bottiglia di genepy.
Ma è altro buon motivo per ritornare presto.