Quando a fare la differenza a tavola è il vino

Quando a fare la differenza a tavola è il vino

Cibo e vino sono da sempre un binomio indissolubile e, nonostante le previsioni sulla produzione vinicola del 2017 non siano delle più ottimistiche, l’Italia si conferma come primo produttore mondiale, primato che mantiene anche sul fronte delle esportazioni, seguita a poca distanza dalla Francia. Merito anche di un rinnovato interesse per il settore, e per l’agricoltura in generale, da parte di giovani laureati che investono le proprie competenze ed energie in progetti innovativi, spesso in seno a consolidate aziende di famiglia. Nell’astigiano, ad esempio, l’attenzione è sempre più rivolta verso la produzione e il bere biologico, partendo dalla valorizzazione del territorio e della tradizione come brand turistico.

Purtroppo a questi dati non corrisponde un primato nei consumi, nonostante l’intero territorio italiano vanti eccellenze che includono tutte le sfumature, dal bianco al rosso, con etichette di vini fermi e mossi di pregio. Dare il giusto valore ad un prodotto che è tra gli elementi trainanti dell’economia, dovrebbe essere responsabilità ed impegno di ciascuno, scegliendo con criterio anche quando si tratta di fare un risotto. Quanti pensano che un vino valga l’altro perché, in fondo, serve solo per cucinare? Errore comune, ma la materia prima non è mai uno spreco, così come si scelgono il riso e l’olio di oliva migliori, anche la bottiglia contribuisce a garantire o meno la gustosità di una pietanza. Si apre e si utilizza in cucina (mezzo bicchiere, una tazzina?) e poi si porta a tavola, per gustarla insieme ai piatti preparati.

Si potrebbe stabilire la qualità come presupposto di base e poi entrare nel dettaglio, scegliendo la tipologia più adatta alla ricetta che si intende realizzare. Ma non è per tutti, e non sempre, facile capire quale vino possa essere adeguato. In quasi tutti i ricettari, inclusi quelli storici della nostra tradizione, viene indicata la quantità accanto ad un generico “vino rosso” o “vino bianco”, raramente il vitigno, che fa una differenza enorme nel risultato finale. Tuttavia esistono ricette in cui le indicazioni sono chiare, come il celebre Manzo à la Bourguignonne, che prevede la stufatura della carne in vino rosso Borgogna, o gli Albesi al barolo, biscottini delle Langhe con Barolo chinato.

come scegliere il vino

Scegliere il vino più adatto, senza stress

E se il vino non è protagonista della ricetta, ma serve per accompagnare il pasto? Come si stabilisce cosa servire con una pasta all’amatriciana, o con i tagliolini al tartufo? Va bene la stessa tipologia di vino? E’ necessario avere una cantina personale, per non rischiare di sbagliare?
Se non si hanno competenze specifiche, la cosa migliore è avere una piccola selezione di vini adatti a svariate occasioni, soprattutto se si ricevono spesso ospiti, o si vuole arrivare preparati alle festività. Una scorciatoia che consenta di scongiurare confusione e smarrimento dell’ultimo minuto.
Innanzitutto bisognerebbe stabilire un badget e porsi un obiettivo, su queste basi si potrà spaziare valutando alcune etichette di vini nazionali, prediligendo una determinata regione (c’è chi ama i vini bianchi dell’avellinese, chi invece ha il Monferrato come riferimento, ad esempio), dando spazio ad alcune etichette di vini esteri (Francia, Spagna, Stati Uniti), senza dimenticare mai i gusti personali di un ospite particolarmente esigente.
E’ il primo passo per avvicinarsi con metodo e da profani al mondo del vino, man mano anche la scelta di una bottiglia da regalare, o da portare ad una cena, diventerà un momento piacevole e non una fonte di stress nel timore di una brutta figura.
Articolo sponsorizzato